Blue Monday.

Le falle teoriche e la profezia che si auto-adempie.

Il Blue Monday, secondo gli studi del dott. Cliff Arnall, psicologo presso l’Università di Cardiff, dovrebbe essere il giorno più triste dell’anno. Alla base di questa dichiarazione un’equazione che combina situazioni apparentemente tristi: la situazione meteorologica di Gennaio, il tempo trascorso dal Natale, il fallimento dei propositi che si erano prefissati con l’inizio del nuovo anno ed i conseguenti bassi livelli di motivazione.

Questa teoria, non condivisa dal mondo scientifico e ampiamente criticata, oltre ad essere una trappola commerciale, contiene alcune falle teoriche.

Come prima cosa, la condizione meteorologica. Gennaio è uno dei mesi più freddi dell’anno, ormai nel pieno dell’inverno, altera i paesaggi con nebbia, alberi spogli e temperature basse influenzano sicuramente l’umore.
Ma è così in tutto il mondo? Senza dover considerare l’emisfero sud, in cui è piena estate, basterebbe scendere di qualche centinaio di chilometri verso il Mar Mediterraneo per vedere che la situazione è sensazionalmente diversa. Le persone che vivono qui, sono dunque esenti dal Blue Monday? Il giorno più triste non vale per loro?

Il Natale ha portato un periodo di festa con doni ed abbuffate. Dopo un periodo di grande gioia, è inevitabile una piccola deflessione dell’umore. Senza tener conto in effetti della scomparsa fulminea dell’atmosfera Natalizia. Alberi, luci, colori, festoni che spariscono da un momento all’altro e che lasciano inevitabilmente un vago senso di vuoto. L’arrivo del nuovo anno invece ha funzionato da stimolo per creare buoni propositi che, ammettiamolo, sono spesso inarrivabili.
Anche qui, proviamo ad osservare il problema sia geograficamente che culturalmente.
Le persone che non festeggiano il Natale, hanno meno possibilità di subire questa deflessione dell’umore? Sono anche loro escluse dal fardello del giorno più triste dell’anno?
E chi inizia l’anno nuovo in un giorno diverso dal primo di Gennaio? Dovremmo dedurre che gli aborigeni, il cui capodanno è il 30 Ottobre, metteranno in stand by il loro momento di tristezza per un paio di mesi, fino al Blue Monday a Gennaio? Oppure chi festeggerà il capodanno ortodosso (14 Gennaio) avrà meno tempo disposizione per far fallire i propri buoni propositi prima che arrivi il Blue Monday? Una tremenda ingiustizia!

Ecco dunque che una “solida” equazione perde ormai di senso, suggerendo l’idea che il Blue Monday sia stato creato ad hoc per il mondo occidentale. In effetti è cosi, il Blue Monday nasce dalla collaborazione tra cliff Arnall e la compagnia di viaggi Sky Travel con l’idea generale che, facendo leva sul sentimento di tristezza per i motivi sopracitati, avrebbero indotto le persone ad acquistare un volo per un paese esotico per alleviare i propri sensi di tristezza e demotivazione.

Oltre al fatto che, è impossibile identificare il Blue Monday come giorno triste universale (pensate a chi ha ricevuto una promozione durante il Blue Monday, oppure a chi ha vinto alla lotteria, saranno essi tristi?) dovremo non farci influenzare da un effetto psicologico piuttosto comune: la profezia che si auto-adempie.
In breve, ciò che questo concetto vuole suggerirci è che se ci convinciamo di una cosa che accadrà nel futuro, c’è una grossa probabilità che inconsciamente faremo delle azioni che permetteranno a quella cosa di avverarsi.

Per esempio, se una donna o un uomo inizia a uscire con qualcuno partendo dal presupposto che non sia realmente una “relazione” o “materiale per il matrimonio”, probabilmente non prenderà sul serio la relazione e si asterrà dall’investire molto tempo o sforzi in essa, con il risultato che ciò che ha inizialmente predetto si avvererà.

La profezia che si auto-adempie può succedere:
– sia perché, avendo una certa convinzione, la mente tende a soffermarsi sulle informazioni che la confermano. Nel nostro esempio l’uomo o la donna, tenderà a tenere più conto degli aspetti di cui si è convinta, in questo caso le situazioni che le/gli faranno pensare che la relazione non sia seria.
– sia perché l’atteggiamento stesso della persona portatrice della credenza, va a influenzare effettivamente la situazione. Nell’esempio, il poco investimento emotivo della persona, che molto probabilmente scatenerà una serie di reazioni a catena che confermeranno la sua ipotesi.

Applicando questo concetto al Blue Monday, se inizierò la mia giornata credendo che sarà la più triste dell’anno, tenderò a notare i dettagli negativi di quella giornata con più facilità rispetto a quelli positivi, e in più, inconsciamente, svilupperò dei comportamenti che favoriranno la mia predizione, magari imbastendo scelte rischiose oppure soffermandomi su pensieri negativi.

Il modo per non darla vinta al giorno più triste dell’anno, potrebbe essere quello di sfruttare a nostro favore ciò che sappiamo realmente sul Blue Monday, un giorno ad hoc per farci sentire tristi e indurci a spendere denaro in cose di cui non abbiamo realmente bisogno, sia sulle profezie che si auto-adempiono, ovvero soffermarci, prendere un respiro e riflettere su come le situazioni stanno oggettivamente accadendo senza lasciarci condizionare da preconcetti.

Se effettivamente la tristezza bussa alla nostra porta, potremmo sempre immaginarci che il Blue Monday, invece di essere il giorno più triste, sia in realtà quello più felice dell’anno e lasciare che la nostra mente agisca di conseguenza.

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