Covid-19 e le festività Natalizie: i campanelli d’allarme da non trascurare

A cura del dr. Folini Psichiatra della Clinica S. Croce

La Pandemia da COVID-19 ha rappresentato, e rappresenta tuttora più che mai, un importante stimolo stressante, e un elemento in grado di cambiare radicalmente, nel breve periodo sicuramente e probabilmente anche più a lungo, alcune nostre abitudini di vita e il modo in cui ci relazioniamo con l’altro, oltre al modo in cui percepiamo la relazione con l’altro e con l’ambiente esterno.

Misure come lockdown, chiusura temporanea di molte attività commerciali e ricreative, oltre al divieto di assembramenti, hanno sicuramente ridotto gli spazi e le occasioni di socializzazione e hanno comportato situazioni di forzato isolamento, parziale o in alcuni casi totale.

Se questi elementi comportano già normalmente distress e sofferenza, e possono portare all’acuirsi di problemi o fragilità pre-esistenti, che ruolo possono avere in un periodo così particolare come quello delle festività natalizie?

Il periodo di Natale, è già notoriamente considerato un periodo di importanti stimoli. Uno stimolo, positivo o negativo che sia, è un fattore che smuove, crea un cambiamento. Anche un cambiamento positivo, può essere percepito dalla nostra mente come uno stressors.

E’ già noto che il Natale possa portare in alcuni casi ad un aggravamento di vissuti depressivi. Senza parlare di diagnosi, si può dire che aspetti depressivi possono essere la solitudine, la perdita di interessi e spinta vitale, il calo delle energie fisiche e mentali, la perdita di una regolare e sana routine giornaliera.

Spesso questi elementi vengono acuiti dal periodo natalizio, in quanto cresce, nel vissuto della persona, il disagio derivante dal contrasto tra la propria tristezza e solitudine e invece i messaggi di gioia, comunità, relazione e condivisione che fanno parte di questo periodo.

Nel mondo anglosassone si parla addirittura di Christmas Blues, ovvero tristezza natalizia. Un fenomeno che, seppur senza arrivare ai criteri per una depressione, comporta malinconia, sentimenti di solitudine, disforia e che perdura di solito nelle due-tre settimane a cavallo delle feste.

Può’ quindi il periodo natalizio avere in questa particolare contingenza, un impatto ancora maggiore sul benessere e sulla salute mentale delle persone?

Probabilmente si, in quanto le limitazioni imposte dalla pandemia in corso vanno ad acuire problemi e criticità che già molte persone con un umore fragile, o situazioni socio-economiche problematiche, possono normalmente vivere.

Isolamento forzato al domicilio, impossibilità di seguire una routine quotidiana sana e regolare (data dal regolare alternarsi di lavoro, sport, svago e relazioni sociali), problematiche economiche che alcune categorie di lavoratori stanno vivendo più di altre per via dell’incidenza che la pandemia in corso sta avendo a livello locale e globale sono tutti elementi che possono abbassare il livello del nostro umore e alzare invece il livello di stress, oppure di ansia.

Diversi studi inoltre dimostrano come già alcuni fenomeni abbiano avuto nella pandemia da COVID-19 uno stimolo che ne ha indirettamente potenziato l’entità e la frequenza. Statisticamente sono aumentati i casi segnalati di violenza domestica, cosi’ come le telefonate di aiuto ai numeri dei centri antiviolenza. Anche i casi di condotte di abuso, sostanze stupefacenti o alcol, sono aumentati sensibilmente dal secondo trimestre del 2020.

Spesso una situazione di disagio interiore, se non più’ gestito può trasformarsi in qualcosa che influenza fortemente il nostro funzionamento quotidiano e sociale. In casi seri può anche arrivare a rappresentare un disturbo somatico, in quanto colpisce non solo la nostra psiche ma anche il nostro organismo.

Cosa si può fare?

  • Adattarsi il più possibile alla situazione straordinaria in corso trovando il modo per mantenere una regolare routine. L’iniziativa della Rete Salute Psichica Svizzera propone 10 passi per la salute mentale.
  • Prevenire: prestare particolare attenzione ai campanelli di allarme e imparare a riconoscerli.

    riduzione dell’appetito: l’inappetenza prolungata può portare a un dimagrimento eccessivo e perdita di energie.

    insonnia: la diminuzione delle ore di sonno può portare all’aumento del nervosismo e dell’irritabilità, alla disforia, e alla perdita di lucidità.

    ansia e stress: Potrebbero comparire o intensificarsi sentimenti di sconforto, pessimismo, incapacità di fare progetti anche a breve termine, paure che prima non si conoscevano e difficoltà di concentrazione.

    perdita di interessi: la prolungata perdita di interessi e la scarsa voglia di fare rischiano di trasformarsi in sedentarietà e decondizionamento fisico.

    tendenza all’isolamento: Dal distanziamento fisico come misura preventiva, potrebbe svilupparsi una tendenza a fuggire dalle relazioni con le persone che prima si frequentavano.

    stanchezza fisica e mentale: le cose che prima si facevano quotidianamente potrebbero risultare molto faticose e complicate.

  • All’insorgere di situazioni insolite o al riconoscimento di diversi campanelli di allarme, parlarne coi propri amici o famigliari oppure chiedere aiuto al proprio medico.

Lorenzo Folini

Psichiatra della Clinica S. Croce

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