Dipendenza da internet, FOMO e nuovi approcci verso i giovani.

A cura del dott. Daniele Garino, psichiatra della Clinica Santa Croce
Responsabile del Reparto ConTatto

Il tema delle dipendenze (o addiction, secondo la terminologia Inglese), delluso e dellabuso delle sostanze affonda le proprie radici nel mondo preistorico, quando gli utilizzi di piante come oppio o di funghi allucinogeni non era legato ad un aspetto edonistico, ma era parte integrante di usi e costumi religiosi, si pensava infatti che favorisse il contatto e la comunicazione con il mondo degli spiriti.

In tempi più moderni, complice anche la pandemia che ha giocoforza ampliato luso di dispositivi elettronici per mantenere i contatti scolastici, lavorativi e sociali, ma che non è stata, in molti casi, un momento di acculturazione digitale, si è cominciato a parlare di dipendenza da internet, da social network e, sempre più insistentemente, di FOMO (Fear of Missing Out”, paura di essere tagliati fuori).

Questi fenomeni, che interessano principalmente la fascia giovanile ma che si stanno verificando con frequenza anche in una fetta demografica di età più avanzata, sono di sempre maggiore attualità. Secondo alcune statistiche, luso di dispositivi elettronici per fini non prettamente scolastici o lavorativi assorbe sino a due mesi allanno del tempo di una persona nel mondo Occidentale; di circa una decina di anni fa invece era la statistica per cui lattivazione media dello schermo dello smartphone ammontava a 80 volte al giorno, almeno una volta ogni 20 minuti di veglia.

Le spinte allutilizzo di questi strumenti sono molteplici. In caso di compresenza di sindromi di pertinenza specialistica, il timore di potersi perdere un evento, o una interazione particolarmente appagante, o anche solo un contatto fra persone terze, si somma a tratti personologici sottostanti che possono essere stimolati con rilievo di un grado di sofferenza elevato sperimentato da parte della persona in questione.

Secondo la prospettiva offerta dalla Confederazione Elvetica, i caratteri della dipendenza sono comunque la parte estrema di uno spettro ai cui poli troviamo appunto laddiction e, al lato opposto, un comportamento a basso rischio.  I fattori influenzanti sono soggettivi, sociali, biologici e psicologici.

Quali sono le caratteristiche problematiche? Quale il limite fra fisiologia e patologia?

Domanda di difficile risposta, visto anche il graduale spostamento di vari servizi sul telefono cellulare, come, ad esempio, lordinazione di cibo, la gestione delle assicurazioni sanitarie o lhome banking. Generalmente, come per tutti i disturbi di carattere psichico, il maggior discrimine fra patologico e fisiologico è il disagio clinicamente significativo, in questo caso in termini di ansia anticipatoria, pensiero focalizzato principalmente su quanto accade nella sfera digitale con progressiva noncuranza per impegni della vita offline” che, qualora non ottemperati, possono portare delle conseguenze di cosiddettedisruption” nel percorso di espressione delle proprie potenzialità.

Cosa si può fare per intervenire?

Come detto dal dr. Lancini, psicoterapeuta delletà evolutiva di Milano, a un recente incontro a Muralto: come sta andando su Instagram?” è un interrogativo molto più vicino a quanto si dovrebbe chiedere su come sta il/la proprio/a figlio/a rispetto a quello che il mondo degli adulti pensa considerata la forte spinta verso la digitalizzazione negli ultimi anni senza che vi fosse un governo di tale fenomeno in un senso di crescita e per cui non sempre lesempio delladultità è stato appropriato (si ragioni su quelli che sono in molti casi i gruppi di chat dei genitori dei bambini in età scolare che da strumento pratico diventano spazio per la condivisione di pensieri spesso fuori tema).

Certamente, un buon uso dei dispositivi elettronici dovrebbe essere quantomeno insegnato nel percorso pedagogico dai genitori o tutori. Unora passata a consumare contenuti di intrattenimento ha certamente una differente valenza di una impegnata ad apprendere concetti di coding o di fotografia digitale, o di espressione in generale, in cui vi sia un impegno diretto da parte del ragazzo (confrontando ad esempio ciò con la passività propria del mezzo televisivo).

Avere un dialogo, così come in varie situazioni offline (motivo che dovrebbe ulteriormente portare a ragionare sulla scarsa consistenza della contrapposizione fra offline e online), su quelle che sono le regole duso dei dispositivi, in relazione alla vita nel suo complesso, è da preferire rispetto a una totale mancanza di esse, o a una eccessiva rigidità, con possibili atteggiamenti poi rivendicativi da ambo le parti. Questo argomento è reso ancora più articolato dal necessario ruolo educativo dei genitori/tutori, che tali devono rimanere, in quanto le funzioni materna e paterna rimangono un aspetto fondamentale nel percorso di vita e di maturazione personologica, nonché spesso oggetto di critica, esplicita o implicita, per la loro mancanza da parte dei ragazzi.

Un consulto specialistico potrebbe essere necessario nel caso in cui vi sia una richiesta specifica da parte della persona. Segnali che comunque sono da prendere in considerazione, per iniziare a intavolare quantomeno un dialogo aperto e franco, sono il calo degli interessi per la vita scolastica e relazionale, il calo del rendimento scolastico/in apprendistato, difficoltà nella concentrazione, ritiro sociale o mancato coinvolgimento in attività familiari, irritabilità eccessiva e perdurante, nonché stanchezza eccessiva o inversione del ritmo sonno-veglia.

Daniele Garino

Psichiatra

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