Uno sguardo approfondito sulla Schizofrenia
In occasione della Giornata Mondiale della sensibilizzazione sulla Schizofrenia approfondiamo origini, sintomi, cause, trattamento integrato e prospettive di recovery di un disturbo mentale complesso e stigmatizzato.
A cura del dott. Cristiano Parmigiani, Medico Psichiatra Junior della Clinica Santa Croce
Il termine “schizofrenia” fu coniato all’inizio del ‘900 dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler, combinando le parole greche “schizein” (dividere) e “phrēn” (mente).
Sebbene il nome possa erroneamente suggerire una “mente divisa” nel senso di personalità multiple, Bleuler intendeva descrivere una scissione di alcune funzioni mentali fondamentali come il pensiero, le percezioni, le emozioni e il comportamento.
La schizofrenia rientra nei disturbi psicoticiAlterazione dell'equilibrio psichico della persona cui consegue una perdita del rapporto con la realtà e disturbi del pensiero di cui è una tra le forme più diffuse nella popolazione generale, con una prevalenza lifetime stimata tra lo 0,3 e lo 0,7% (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione).È una sindrome clinica estremamente eterogenea e variegata, con un’ampia gamma di sintomi e presentazioni differenti tra gli individui affetti. I sintomi principali possono essere suddivisi in due categorie: positivi (manifestazioni nuove e anomale dovute alla malattia) e negativi (perdita di capacità che erano presenti prima dell’esordio della malattia).
I sintomi positivi comprendono deliri ed allucinazioni, mentre quelli negativi invece comprendono appiattimento emotivo, apatia, ritiro sociale, mancanza di motivazione e difficoltà nel pensiero logico e nell’associazione di idee. Nessuno di questi sintomi, se considerato singolarmente, è unicamente distintivo della schizofrenia. È questo il motivo per cui si utilizza spesso il concetto di “spettro schizofrenico” per descrivere la grande variabilità di forme cliniche e manifestazioni della malattia.
Come risultato di anni di ricerche, appare ormai piuttosto condiviso che le cause sottostanti non sono riconducibili ad un unico fattore, ma sono considerate multifattoriali, derivanti dall’interazione complessa di fattori genetici, ambientali e psicologici. L’esordio avviene tipicamente in modo graduale e insidioso, nella tarda adolescenza o giovane età adulta. Riconoscere tempestivamente i primi segnali d’allarme, come cambiamenti di comportamento, isolamento, deficit cognitivi o esperienze inusuali, è fondamentale per avviare quanto prima un trattamento mirato. Numerosi studi hanno evidenziato che gli interventi precoci sono associati a prognosi significativamente migliori a lungo termine.
Il trattamento della schizofrenia richiede un approccio integrato e multimodale.
Il trattamento farmacologico è senz’altro una componente fondamentale della cura, vista e dimostrata la sua efficacia nel controllare i sintomi psicotici acuti come deliri e allucinazioni, nel ridurre i rischi di recidiva ed i ricoveri ospedalieri e nel migliorare, globalmente, la qualità della vita delle persona affette da questa patologia. Questo trattamento richiede esperienza e formazione specialistica al medico che la prescrive, e per tali ragioni è fondamentale che la persona affetta da schizofrenia si rivolga ad un medico psichiatra.
Tuttavia, la terapia non si limita ai soli farmaci. Una seconda componente essenziale è rappresentata dalla psicoterapia (spesso di stampo cognitivo-comportamentale) mirata a fornire strategie per migliorare abilità cognitive, relazionali, di gestione delle emozioni e prevenzione delle ricadute. Questo tipo di trattamento può essere condotto sia dal medico psichiatra, sia da uno psicoterapeuta che si è appositamente specializzato, e può in alcuni casi coinvolgere i principali caregiver del paziente.
Un terzo aspetto chiave è quello della riabilitazione psicosociale, ovvero interventi mirati sul territorio e nell’ambiente di vita della persona per facilitare il reinserimento nelle attività quotidiane, lavorative, sociali e il recupero di una vita il più possibile autonoma e soddisfacente.
Il trattamento, in tutti i suoi aspetti, è rivolto ed orientato alla recovery, concetto recentemente sviluppato e traducibile nell’impegno a porre la persona affetta da schizofrenia nelle condizioni di poter condurre una vita soddisfacente e produttiva, anche se in presenza di alcune limitazioni imposte dalla malattia. La recovery è lo sviluppo, unico e personale, di nuovi significati e propositi mano a mano che la persona evolve a seguito della diagnosi di una patologia come la schizofrenia; è focalizzato al processo attivo di costruzione di un’esperienza di vita significativa, definita dalla persona stessa.
Questa condizione mentale complessa è ancora oggi circondata da molto stigma, misconoscenze e pregiudizi diffusi. Leggere testimonianze dirette di chi l’ha vissuta sulla propria pelle, come i classici “Diario di una Schizofrenica” di Marguerite Sechehaye o “Giornale di una mente disturbata” di Joanne Greenberg, può rivelarsi un’esperienza profondamente illuminante per comprendere appieno la complessità umana racchiusa in questa patologia, oltre le semplificazioni e le etichette.