Intervento della Dr.ssa Sara Fumagalli al Notiziario di RSI LA1 del del 26.11.2021

È ora possibile ascoltare l’intervento della dott.ssa Sara Fumagalli al Notiziario RSI LA1 del 26.11.2021 a proposito del disagio giovanile ed in particolare del suicidio, una tematica complessa e delicata che ha bisogno del dialogo quale forma preventiva.
Oltre alla dott.ssa Fumagalli si sono espressi sul tema anche Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute della Svizzera italiana, a Anne-Linda Camerini, docente ed esperta di comunicazione sanitaria all’Università della Svizzera Italiana.

Fonte: RSI

Suicidio: “Meglio parlarne”

Il fenomeno è in aumento soprattutto tra i giovani: Secondo gli esperti, è arrivato il momento di rompere il tabù

La dottoressa Sara Fumagalli, direttrice sanitaria della clinica Santa Croce di Orselina, spiega di aver osservato in prima persona una crescita dei casi di tentato suicidio o gesti autolesionistici e pericolosi tra i giovani. “Negli ultimi due-tre anni abbiamo avuto un aumento delle casistiche del 10-20%”, spiega la psichiatra, sottolineando come tra i ricoveri una percentuale significativa (15-20%) sia rappresentata da pazienti under-30. “Bisogna tenere presente che viviamo in una società in cui non parlare di suicidio è impossibile, perché esiste un mondo virtuale, che gli stessi ragazzi mi hanno fatto scoprire, dove questi temi vengono purtroppo approfonditi ed è impensabile tenerli sotto controllo”

“Il parlarne, è stato dimostrato, è prevenzione. Bisogna farlo in modo adeguato e a 360°: non solo tra specialisti, perché altrimenti si rischia di psichiatrizzare il fenomeno – conclude Fumagalli -. Tutta la popolazione dovrebbe andare insieme come una squadra nella direzione di affrontare la sofferenza esistenziale delle giovani generazioni con serenità e conoscenza”.


Media e suicidi, come parlarne? – Intervista a Anne-Linda Camerini


Giovani “condannati all’immediatezza”

“Il non parlarne ci impedisce di riflettere su quelle che sono le motivazioni che potrebbero condurre una o un giovane a considerare questo tipo di soluzione. Sappiamo che i ragazzi che decidono di tentare o di adottare un gesto estremo non lo fanno per puro caso: non è mai una decisione improvvisa. E tutto ciò comporta una riflessione da parte nostra sul contesto in cui sono inseriti”, osserva Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute della Svizzera italiana.

“I giovani di oggi forzatamente condannati all’immediatezza, sono fagocitati dalla necessità di essere costantemente all’erta. E questo implica anche il fatto di non riflettere più profondamente sulle proprie personali necessità, essendo costretti a dover stare sempre a giorno di quel che succede”, spiega Lodi. “Non sorprende quindi pensare che alcuni di questi ragazzi non riescano a sostenere questi ritmi che non sono stati loro a desiderare. Un caso di tentato suicidio giovanile, dunque, deve interrogare soprattutto noi adulti sul loro contesto di vita”, aggiunge.

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